L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la balbuzie come disturbo specifico dello sviluppo, “un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo”.
E’ un disturbo caratterizzato da alterazioni della fluenza dell’eloquio costituite da ripetizioni di suoni, sillabe o parole, prolungamenti di suoni, intercalari, circonlocuzioni, blocchi e tensioni fisiche, sincinesie, difficoltà ad iniziare il percorso.
Alle difficoltà di fluenza, possono aggiungersi comportamenti secondari di evitamento e/o fuga.
Nel tempo, le cause attribuite al fenomeno della balbuzie sono state innumerevoli.
Ad oggi, alla luce delle ricerche scientifiche, le teorie convergono verso un’eziologia multifattoriale. Di conseguenza, sono molti anche i fattori che influiscono sui sintomi, sulla gravità e sulla prognosi del disturbo: la familiarità (presenza in famiglia di altre persone che balbettano), fattori psicosociali, psicopatologici, neuropsicologici, caratteristiche psicolinguistiche. Tutte queste componenti possono essere coinvolte in misura diversa nelle persone disfluenti.
Parliamo quindi di un disturbo complesso ed eterogeneo nelle sue manifestazioni.
Per questo si rende necessario un intervento multidisciplinare, che prenda in carico tutti i fattori in gioco, e quindi la persona nella sua globalità.
L’intervento diretto sul paziente è preceduto da una valutazione approfondita volta ad analizzare le diverse caratteristiche della persona che balbetta e il suo adattamento nei vari contesti quotidiani.
La valutazione multidisciplinare comprende un colloquio anamnestico per raccogliere i dati clinici del paziente e la storia del disturbo, una valutazione logopedica, una valutazione neuropsicologica e/o psicologica.
In alcuni casi possono essere utili consulenza di approfondimento, ad esempio foniatriche/otorinolaringoiatriche e/o neuropsichiatriche.
Una volta chiarito il quadro clinico, è possibile programmare un intervento globale, specifico per la persona, che potrà prevedere, a seconda delle necessità, una o più figure tra logopedista, psicoterapeuta, neuropsicologo.
Obiettivo della terapia è aiutare la persona disfluente a sentirsi bene con se stesso trovando un equilibrio tra la propria verbalità e la balbuzie, a diventare un “comunicatore efficace” grazie all’utilizzo di tecniche e strategie di modificazione della fluenza.